A volte realizzare i propri sogni può risultare demotivante, specie quando il contesto lavorativo non consente una piena realizzazione di sè. In questo percorso a ostacoli delle sessioni di counselingo possono aiutare a conservare un atteggiamento positivo a lavoro e rispondere meglio alla flessibilità richiesta.
Le ricerche hanno ormai dimostrato come il pensiero positivo aiuti la proattività, l’accountability e migliori la percezione di auto-efficacia.
Incontrare un counselor in azienda può aiutare, attraverso la facilitazione di un professionista, a:
- Coltivare fiducia nel futuro, perché le aziende possono cambiare, ma non è detto che i nuovi inizi siano peggiori di ciò che si lascia
- Non tormentarsi ma usare l’energia al servizio della crescita professionale e la soddiscazione che ne deriva
- Prendersi un momento dedicato per digerire le delusioni professionali e usarlo per imparare dall’esperienza
- Concentrasi sul bicchiere mezzo pieno: se il lavoratore non vede quello che possiede, si può farlo ragionare rispetto alle sue risorse (determinazione, competenze…) e alle aspirazioni di crescita professionale (che non vuol dire necessariamente crescita gerarchica, ma anche di apprendimento e di auto-sviluppo)
Come diceva Romano Battaglia, “Conta i fiori del tuo giardino, mai le foglie che cadono.”
Inoltre, viviamo in un contesto professionale, caratterizzato da continua evoluzione, che Bauman decsrive come: “una società può essere definita liquida se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini.”
Questa società “liquida” caratterizzata da flessibilità agisce sulle persone facendogli perdere quelli che fino a vent’anni fa erano i punti di riferimento (sicurezza del lavoro, vicinanza geografica…).
Predomina, dunque, un denominatore comune: la flessibilità, che viene sempre più richiesta al lavoratore anche per rispondere a sfide di business sempre diverse.
In una società “liquida” le possibilità di successo saranno proporzionali alla capacità individuali di inventarsi una strategia e cambiarla in base alle circostanze che si incontreranno. Se si agisce senza strategia o se si è troppo “affezionato” ad una strategia, si avrà difficoltà a perseguire i propri obiettivi e quelli dell’organizzazione.
Incontrare un counselor, all’interno della propria organizzazione, può quindi aiutare a meglio riflettere a come agire al meglio il proprio ruolo professionale.
“Qui, invece, vedi, devi correre più che puoi, per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio.” Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie