Tecniche di Counseling nella Formazione Aziendale

Sono molte le leve, gli atteggiamenti e le strategie che nel counseling tradizionale vengono utilizzati per condurre l’incontro con il cliente e che possono essere “adottati” nelle dinamiche formative aziendali, individuali e di gruppo.

In particolare, le tecniche di counseling possono agevolare la formazione aziendale in diversi modi:

  • il presupposto del counseling, come scritto in precedenza, è che non esiste cambiamento che prescinda dalla volontà del cliente; anche nella formazione, appunto, il paradigma seguito dal counselor/formatore è che non esiste apprendimento al di fuori dell’auto apprendimento, e ciò determina una conduzione conseguente basata sulla responsabilizzazione dell’individuo;
  • così come il counselor e il cliente sono in relazione nel corso delle sessioni, nella formazione aziendale il conduttore può creare un rapporto non solo cognitivo ma anche emozionale con la classe; questo facilita il percorso di cambiamento dei partecipanti in quanto è dimostrato che l’apprendimento umano è facilitato quando si verifica un “aggancio emotivo” rispetto all’oggetto di studio;
  • se il counseling fa leva sulle risorse interne dell’individuo e si limita a facilitarne l’utilizzo, senza nessuna forzatura esterna, anche nella formazione ogni partecipante viene trattato alla pari senza che il docente assuma marcatamente un ruolo dominante;
  • anche nella formazione, così come nelle sessioni di counseling tradizionale, il counselor/formatore ha una accettazione positiva incondizionata verso i partecipanti, dei quali accetta i punti di vista e le emozioni (di ansia, rabbia…) anche quando non “fanno comodo” alla conduzione così come era stata progettata; in altre parole il counselor si pone senza giudizio di fronte agli altri;
  • l’ascolto attivo e la riformulazione dei contenuti espressi dal cliente sono funzionali tanto in un incontro di counseling quanto nella formazione di gruppo; questi atteggiamenti e tecniche possono aumentare il grado di coinvolgimento del gruppo, anche quando emergono dei punti di domanda da parte dei partecipanti: in questo caso il counselor può intervenire chiedendo “Cosa pensi di questo?” oppure coinvolgendo il gruppo affinché dia il suo contributo partecipativo;
  • così come in un incontro di counseling accade spesso che il cliente è in uno stato di ansia momentanea mentre il counselor cerca di essere autentico e congruente (come viene descritto magistralmente in La terapia centrata-sul-cliente, di Rogers), anche nella formazione aziendale i partecipanti possono trovarsi in una situazione di “attesa” mentre il docente adotterà atteggiamenti coerenti con cosa prova in quel momento (non “reciterà” alcuna parte).

In sintesi, è questo il valore aggiunto del “modo” di fare formazione secondo la metodologia del counseling, che non aspira a “forzare” il cambiamento, a calarsi dall’alto, a “difendere la linea” o ad avere una conduzione “forte”, ma punta a stimolare il coinvolgimento, l’auto-determinazione, la responsabilizzazione personale e, in definitiva, a facilitare gli individui a compiere quel passo con le loro forze in modo che possano subito dopo iniziare a “correre” da soli.

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